Sniper Slave
Caratteristiche principali
- Stazione dotata di 3-4-6 lampade a radiazioni ultraviolette UV-C ciascuna di lunghezza 840 mm
- Leggero e dotato di custodia per facile movimentazione
- Struttura in alluminio con apertura ad ombrello che consente di posizionare le lampade secondo necessità
- Master di comando e controllo intelligente installato a bordo, in grado di gestire le lampade dell’apparato
- Stampante per rilascio cedolino di sanificazione installata a bordo
- App per smartphone per avvio e controllo ciclo di sanificazione
- Sistema brevettato
Dimensioni: diametro 50cm, altezza 160cm
Descrizione
Sniper Slave è stato pensato, in accoppiata con uno Sniper Master e fino a 8 Sniper Slave, per estendere le potenzialità del sistema Sniper. In questa configurazione è possibile sanificare più ambienti contemporaneamente o estendere la portata dello sniper master senza la necessità di spostarlo in diverse posizioni.
Sniper Slave è pensato in abbinata a Sniper Master per estenderne il raggio d’azione.
Connettendosi direttamente a un singolo Sniper Master, Sniper Slave rende possibile la copertura contemporanea di più aree da sanificare. È quindi possibile ad esempio sanificare più stanze nello stesso momento, agendo sull’unico controllo dello Sniper Master. Ad un singolo Sniper Master possono essere collegati fino ad 8 Sniper Slave.
Avvertenze
L’esposizione accidentale agli UV-C generati da lampade germicide tra 180 e 250 nm di lunghezza d’onda è in grado causare gravi danni eritemali, ustioni e gravi forme di fotocheratiti e fotocongiuntiviti a soggetti espositi anche per brevi periodi. Pertanto, per prevenire danni da esposizioni accidentali delle persone, è indispensabile che la lampada sia accesa solo se è esclusa la presenza di persone nell’area di irraggiamento. L’entità del rischio va considerata in relazione alla distanza di osservazione e alla intensità di emissione della sorgente. Un documento pubblicato sul Portale Agenti Fisici (PAF) presenta le procedure operative per la prevenzione del rischio da esposizione a radiazioni ottiche artificiali, in ambito sanitario, di laboratorio e di ricerca, focalizzandosi sull’emissione di radiazione UV da lampade germicide. Il Capo V del Titolo VIII del DL.vo 81/2008, è finalizzato a prevenire i rischi per la salute e sicurezza che possono derivare dall’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali o al loro impiego negli ambienti di lavoro con particolare riferimento agli effetti nocivi a carico di occhi e cute. Il personale addetto deve essere adeguatamente formato, gli ambienti dove sono attive lampade germicida devono essere segnalati con opportune avvertenze di pericolo; tutte le entrate devono essere collegate a sistemi automatici che in caso di apertura involontaria, spengono le sorgenti al fine di evitare qualsiasi esposizione accidentale, anche momentanea, alla radiazione UV-C.
In caso di rottura della lampada germicida a mercurio è necessario ventilare l’ambiente ed evitare qualsiasi contaminazione per contatto ed inalazione del vapore del mercurio contenuto nella lampada, che è altamente tossico. Dovrà essere predisposta una procedura di rimozione in sicurezza dei frammenti della lampada, secondo quanto indicato nel manuale di istruzioni fornito dal costruttore. Infine, è importante tenere presente che la lampada dismessa o rotta va trattata come rifiuto speciale a causa della presenza di mercurio che è altamente tossico per l’uomo e per l’ambiente. Andranno adottate le procedure di smaltimento indicate dal costruttore.